La lampadina, il filo…ma la luce?

Tra il pugilato italiano e il ritorno ai tempi migliori c’é uno spazio brevissimo. Peccato però che sia tanto breve quanto insuperabile ormai da tanti anni. Un po’ come accade ad una lampadina quando non ha più il contatto con il filo elettrico. Che sia appena ad un millimetro o a cento metri non importa. In ogni caso la luce non s’accende. Se metaforicamente il pugilato é la lampadina, allora il filo é il pubblico. Quando non si toccano si resta al buio!

Sono almento venti o trent’anni che si discute della boxe nostrana e a volte lo si fa con argomentazioni interessanti, spesso con parole a vuoto tanto per dare aria alla bocca e riempire le orecchie altrui. Il divorzio tra la gente e la Noble Art ha avuto numerosi responsabili: il modesto livello tecnico di troppi protagonisti, i frequenti deleteri match offerti ai botteghini o trasmessi per anni dalla televisione, l’inconsistente promozione degli eventi, l’inarrestabile rarefazione dalle pagine dei quotidiani di giornalisti specializzati, i verdetti talvolta senza capo né coda, le inadeguate sedi di varie manifestazioni. E altro ancora…Ma soprattutto, la mancanza di risorse economiche. Un “buco nero” da cui derivano quasi tutti i guai elencati. In effetti, rispetto a quanto accade in altri Paesi, il denaro pubblico riservato dal C.O.N.I alla nostra Federazione é però tutt’altro che poco, ma i tanti milioni di euro stanziati ad ogni quadriennio olimpico evidentemente non bastano o sono spesi male, perché purtroppo non producono risultati pari alle attese. Insomma, qualcosa non funziona! Ciò in particolare a livello dilettantistico, dal momento che nel professionismo in effetti il compito di reperire risorse spetta (o dovrebbe spettare) principalmente ai promoter che il mestiere lo fanno a tempo pieno, benché ora anche la boxe a torso nudo possa avanzare pretese olimpiche (e quindi economiche) in seguito dell’ennesima velleitaria “ideona” dell’Aiba che ha aperto i Giochi ai “prizefighther”.

Comunque si sta parlando sempre più o meno delle stesse cose. Niente di nuovo sotto il sole. Ma ci si deve convincere una volta per tutte che non ci sarà mai riscossa sino a quando nei maggiori tornei dilettantistici e in occasione di importanti combattimenti professionistici le platee risultano molto spesso desolatamente vuote. Per il pugilato verificare la partecipazione del pubblico é come per noi provare la febbre: se il termometro indica che non é passata, significa che la malattia persiste e forse si sta aggravando. Perdersi in chiacchiere a vuoto non serve a niente, se non a giustificarsi o ad autoconsolarsi con scivolose arrampicate agli specchi. Come si può convincere il pubblico a ricomprare il biglietto e a recarsi nei palasport? Mille sarebbero le risposte. Tante interessanti e tantissime inutili. Comunque la gente si muove soltanto se presume di potersi divertire, altrimenti se ne sta a casa o con il televisore sintonizzato su un altro canale o si appassiona ad altre discipline agonistiche. Un tempo in Italia c’erano il Calcio, il Ciclismo, il Pugilato e un solo canale Rai. Gli altri erano distaccati di un chilometro. Oggi ci sono un’infinità di sport e una miriade di emittenti televisive. Unica strada: avere l’abilità e la fortuna di trovare pugili carismatici e di valore seguiti da tecnici che li sappiano allenare e da manager e organizzatori (possibilmente non coincidenti!) che li sappiano guidare rischiando anche “sane” sconfitte, a partire magari dai confronti “veri” di campanile per giungere un giorno, con le spalle robuste, ad aspirare all’Europa e al Mondo.

Facendo attenzione a non buttare con l’acqua anche il bambino, sarebbe urgente e saggio azzerare tutto ciò che inutile, superato, sclerotizzato e battere strade nuove con tribolati passi avanti e pure anche quelli indietro com’é logico e e inevitabile quando si percorrono sentieri sconosciuti e impervi. Lampadina e filo elettrico sono sempre lì, staccati ormai da decenni e nessuno che riesca a connetterli: che si stia sbagliando qualcosa?

No? Allora restiamo al buio…e buonanotte!